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Anguilla giapponese: un viaggio tra cultura e cucina
Posted by      30/06/2025     Home    Comments 0
Anguilla giapponese: un viaggio tra cultura e cucina

In Giappone, l’estate non è solo sinonimo di yukata e fuochi d’artificio. C’è anche un protagonista inaspettato che si prende la scena: l’anguilla! Ogni anno, tra luglio e agosto, si celebra il Doyō no Ushi no Hi (土用の丑の日), conosciuto anche come il Giorno del Bue, durante il quale è tradizione mangiare unagi (anguilla d’acqua dolce) per combattere la stanchezza estiva.

Ma da dove nasce questa usanza? E perché proprio l’anguilla?

Una tradizione che affonda le radici nel passato

La storia dell’unagi inizia nel periodo Edo (1603–1868), quando si credeva che mangiare cibi ricchi e nutrienti aiutasse a sopravvivere al caldo afoso.

Secondo la leggenda, un ristoratore in crisi si rivolse allo scienziato e inventore Hiraga Gennai, che suggerì di promuovere l’anguilla come piatto energizzante da consumare nel giorno del bue.

La trovata pubblicitaria funzionò così bene che la tradizione è rimasta viva fino a oggi!

Quando si celebra?

Il Doyō no Ushi no Hi non ha una data fissa: cade uno o due giorni tra metà luglio e inizio agosto, in base al calendario lunisolare. È considerato il periodo più caldo dell’anno, e l’unagi diventa il “superfood” stagionale per eccellenza.

Perché proprio l’anguilla?

L’unagi è una vera bomba nutrizionale:

  • Ricca di proteine ad alto valore biologico

  • Fonte di vitamine A, B1, B2, D ed E

  • Contiene omega-3, utili per cuore e cervello

  • Apporta calcio, fosforo e ferro

In pratica, è il piatto perfetto per ricaricare le batterie quando il caldo ti toglie le forze. Non a caso, in Giappone si dice che “una ciotola di unagi ti rimette in piedi”.

Come si cucina: l’arte del kabayaki

La preparazione dell’unagi è un vero rituale. Ecco i passaggi principali:

  1. Sfilettatura: l’anguilla viene aperta e privata delle spine con estrema precisione.

  2. Cottura al vapore (stile Kanto) o direttamente alla griglia (stile Kansai).

  3. Grigliatura su carbone: viene spennellata più volte con una salsa dolce-salata a base di soia, mirin e zucchero (tare).

  4. Servita su riso: nasce così il celebre unadon (ciotola di riso con anguilla) o la versione più elegante unajū, in scatola laccata.

In alcune regioni, come Nagoya, si gusta anche lo hitsumabushi, un piatto interattivo in cui l’unagi viene mangiato in tre modi diversi: da solo, con condimenti, o trasformato in zuppa con brodo caldo.

Un piatto che unisce gusto e cultura

Mangiare unagi non è solo una questione di gusto, ma anche di identità culturale. È un momento di condivisione familiare, di ritorno alle radici, e di rispetto per la stagionalità.

Nei supermercati e nei ristoranti, le vetrine si riempiono di anguilla grigliata, e l’aria profuma di salsa tare e carbone.

Una nota importante: la sostenibilità

L’anguilla giapponese (Anguilla japonica) è oggi considerata una specie a rischio, a causa della pesca intensiva e della difficoltà di riproduzione in cattività. Per questo, molti ristoranti e consumatori stanno cercando alternative più sostenibili o fonti certificate.

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